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Nebiolo: l'industria torinese che conquistò il mondo

È stata una delle maggiori industrie italiane legate alla produzione di caratteri tipografici. Fu Giovanni Nebiolo, operaio di Moncalieri, ad acquistare una piccola fonderia nel 1880 e dare vita alla società: pochi mesi dopo l’acquisto fondò la Nebiolo & Comp.

 nebiolo

In soli 8 anni la società riuscì ad espandersi grazie all’arrivo di nuovi soci quali Lazzaro Levi, suo fratello Giuseppe, il suocero Benedetto Foa e il banchiere Giuseppe Bedarida. La Nebiolo potè aumentare il proprio capitale sociale e aggiungere alla propria produzione quella delle macchine tipografiche rendendosi ben presto popolare, in Italia e all’estero.

 Nel 1891 Giuseppe Nebiolo uscì di scena ritirandosi dagli affari per poter tornare nel suo paese natio ma si accordò con i fratelli Levi, che presero le redini della società, perché il suo nome rimanesse nella ragione sociale.

La società attraversò nel corso degli anni importanti successi, soprattutto nei primi anni del ‘900, grazie agli accordi con importanti industrie di settore, e forti crisi (per via della prima guerra mondiale) che portarono l’azienda a modificare la propria produzione per la realizzazione di macchine utensili.

nebiolo fabbrica caratteri

Al termine del primo conflitto bellico, la produzione di caratteri tipografici e macchine grafiche fu completamente abbandonata.

L’azienda riuscì a riorganizzarsi solo nel 1922, quando potè costruire tre nuovi stabilimenti: la Fonderia Caratteri, la Fonderia Ghisa e la Fabbrica Macchine.

In particolare la Fonderia Caratteri, in Via Bologna a Torino, diventerà la fonderia di caratteri più grande d’Europa (35.000 mq) ma anche quella che sostituì per prima con l’energia elettrica il riscaldamento a gas dei crogiuoli della macchine da fondere, conquistando notevoli vantaggi dal punto di vista produttivo e lavorativo.


La Nebiolo riuscì ad aumentare le proprie esportazioni fino alla battura d’arresto del ’29 e, in seguito fu colpita dai bombardamenti del 1942-1943. L’unico stabilimento che non fu colpito, fu proprio quello della Fonderia Caratteri.

Nel 1947 l’azienda riuscì, ancora una volta, a rilanciare l’attività sul mercato estero, incorporando la Fast (Fabbrica Strumenti Tessili). Di lì a poco però dovette fare i conti con un notevole ridimensionamento produttivo e, conseguentemente, di forza lavoro. Tra il 1955 e il 1965 la società tornò in fase di sviluppo e negli anni settanta spostò la sua produzione a Settimo Torinese.

Nel 1976 avvenne la chiusura delle Fonderie Ghisa e cessò la produzione di caratteri tipografici a seguito dell’ingresso in società di un nuovo azionista, Fiat.

nebiolo torino

Negli anni successivi subì diversi cambi di gestione, fino al 1993, quando venne dichiarato il fallimento.

Un anno dopo, nella nuova sede di San Mauro Torinese, nacque la Nebiolo Printech.