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La temibile frase: “Ok, manda in stampa”.

Piccola storia di errori tipografici che hanno fatto la fortuna dei collezionisti

Gronchi Rosa


Uno dei momenti più delicati nell’attività di stampa è la revisione finale che porta all’OK di stampa, quello che gli inglesi racchiudono nella frase “All right. Let's print it out”.

Manda in stampa.

Momento delicato, perché da quel momento in avanti, ogni possibile errore si propaga ad un numero infinitamente grande di copie.

E qualche volta gli errori si trasformano in clamorosi casi di collezionismo.

Guardate la cartolina qui sotto: un panorama di Cernobbio, nei primi anni del ‘900. Sullo sfondo si scorge Como.

cernobbio lago como cartolina

Collezione Piero Vasconi - Archivio storico fotografico Vasconi - Cernobbio

Qualcosa non torna?

Questa cartolina originale dell'epoca e spedita nel 1911, rappresenta un errore fatto in fase di stampa.
La tipografia, poco attenta e in un attimo di distrazione, mise in stampa l'immagine con il negativo al contrario. Nella realtà Cernobbio e le sue Ville sono situate sulla parte destra della fotografia (come si può vedere nella mappa sotto). Una distrazione che oggi trasforma la cartolina in una piccola rarità.

Ma a proposito di rarità, c’è un francobollo il cui nome è diventato nell’accezione comune simbolo di rarità: il gronchi rosa.

Il Gronchi rosa è un francobollo emesso dall'Italia il 3 aprile 1961 per accompagnare il viaggio del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi in Sudamerica. Il corso di validità legale sarebbe dovuto iniziare il 6 aprile, data di partenza del presidente, ma la validità fu sospesa e il francobollo fu sostituito con il Gronchi grigio.

Per quale motivo venne sostituito?

Pochi giorni prima del viaggio del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi in Sud America, il 3 aprile 1961 fu messa in vendita la serie filatelica commemorativa dell'evento: ogni francobollo della serie mostrava sul lato destro la cartina geografica europea con l'Italia evidenziata e sul lato sinistro il continente americano nel quale risaltava uno degli stati, con colore più scuro.

Il francobollo rosa era dedicato al Perù.

Gronchi Rosa Francobollo

Tutto sarebbe filato liscio se il bozzettista Renato Mura non avesse utilizzato per delineare i confini del Perù un’edizione non aggiornata (del 1939!) dell’atlante De Agostini, sulla quale il cosiddetto triangolo amazzonico – un territorio pari a oltre metà Italia aspramente conteso fra Perù ed Ecuador – non era attribuito al Perù (cui spettava), ma all’Ecuador.

Il destino ci mise lo zampino e la mattina del giorno di Pasquetta, l'ambasciatore peruviano in Italia, Alfonso Arias, fece acquistare un'intera serie dei tre francobolli commemorativi.

Il disegno suscitò le immediate proteste dell'ambasciatore, per il grossolano errore di confini.

La notte stessa il ministro delle Poste fa diramare un telegramma alle direzioni provinciali con l’ordine di sospendere la vendita del francobollo. In ottemperanza alla disposizione ministeriale quasi ovunque il giorno successivo il francobollo non è più in vendita. I collezionisti se ne sono accorti, se ne sono accorti i giornalisti, ne parlano giornali e telegiornali.

Al Poligrafico intanto si lavora per rimediare alla gaffe: un nuovo esemplare, di colore ardesia, viene disegnato (con i confini corretti) e mandato in stampa in tutta fretta (i primi esemplari saranno pronti la notte del 5 aprile).

Il nuovo valore sarebbe risultato ugualmente valido in quanto tutta la serie bollata avrebbe ricevuto la validità postale giovedì 6 aprile, in concomitanza con l'inizio del viaggio di stato. Era, infatti, prevista l'affrancatura degli aerogrammi trasportati sull'aereo presidenziale.

Le Poste tentarono di eliminare i francobolli, anche quelli già venduti. Si ordinò di coprire con una versione corretta (di colore grigio) gli esemplari già affrancati e spediti, intercettando la corrispondenza in una grandiosa operazione-lampo. Alcuni esemplari sfuggirono però all'operazione, diventando così il pezzo più ambito dai collezionisti filatelici italiani. 

Dei due milioni di esemplari stampati, ne furono distribuiti 79.445, e di questi 10.160 vennero ricoperti.